I responsabili amministrativi delle aziende, ed i relativi consulenti, si stanno apprestando ad affrontare la sequela di adempimenti che contraddistingue la primavera, in primis la chiusura del bilancio.
Dovrebbe essere, per il managment e per l'imprenditore, un momento di riflessione, dopo tanti budget si tirano le somme, sperando che un anno di lavoro in condizioni certamente non facili, non abbia disatteso le aspettative minime prefissate. Il bilancio come strumento di controllo di gestione quindi, concetto estraneo a molte PMI, che lo vedono solo ed esclusivamente come un adempimento civilistico-fiscale, una seccatura insomma, un ulteriore aggravio di costi amministrativi (la parcella del commercialista).
Spesso le considerazioni di maggior spessore, che vengono compiute relativamente a tale documento, sono relative agli effetti sulla fiscalità: in un Paese con una "fisco vorace" quale il nostro, non è aspetto trascurabile, ma corre il rischio di monopolizzare l'attenzone al punto di passare inosservati altri aspetti importantissimi per il futuro aziendale, primo tra tutti, il giudizio di merito creditizio che ne conseguirà.
E veniamo al titolo ed allo "scivolone".
Il bilancio abbreviato potrà aver dalla sua, il beneficio del minor impegno in termini di rielaborazione ed aggregazione dei dati (il responsabile amministrativo gliene sarà grato), rappresenterà un minor costo (lo stesso commercialista, probabilmente, meno oberato, sarà felice di applicare una parcella di favore) ma bisognerebbe chiedersi qual'è il contraltare di "cotanta fortuna".
Se ci si sforzasse di ricordare che il bilancio CEE è il "biglietto da visita" con cui l'Azienda si presenta, quanto meno, ai fornitori ed al Sistema Creditizio, allora, come diceva qualcuno ..<<...la domanda sorge spontanea>>: il bilancio in forma abbreviata, è una presentazione adeguata dell'azienda? Parafrasando esperieze ed abitudini di vita comune, si potrebbe dire che è come andare in Chiesa in canotta, bermuda ed infradito, oppure, per chi non ha problemi di questa genere, come andare a prendere una bella donna per portarla a cena, e presentarsi con la macchina tutta infangata ....
Il bilancio in forma abbreviata e relativa nota integrativa sono troppo poco dettagliati, le voci vengono aggregate all'esasperazione, al punto che, da una sua lettura, non si ha una rappresentazione della situazione economico-finanziaria dell'azienda.
Quanto al merito creditizio, il rating Basilea III verrà compiutamente calcolato, ma l'analisi di importanti indici di bilancio, ai quali il sistema creditizio pone grande attenzione, non sarà possibile se non mediante un'imputazione "manuale" dei dati, ricercati nel bilancio contabile, con tutto ringraziamento per il lavoro aggiuntivo che dovrà essere compiuto in banca e con il rischio che tale elaborazione non avvenga nel modo ideale (chi la farà, infatti, non conoscerà l'azienda, il piano dei conti ecc.).
In un periodo di credit crunch e di prolungata, nonché profonda, crisi economica, i bilanci difficilmente riportano situazioni lusinghiere: solo con la trasparenza ed una grande professionalità ci si può aspettare (o quanto meno sperare) che il Sistema Creditizio sia di supporto.
Quando si parla di trasparenza, ci si ricorda quella alla quale è tenuta la banca (a ben ragione), dimenticando che la trasparenza è presupposto per la fiducia e che, "affidare un Cliente", significa "dare fiducia ad un Cliente": preparare bilanci dettagliati, note integrative esaustive, relazioni degli amministratori che spieghino lo stato dell'arte in modo realistico e che, magari contengano anche un rendiconto finanziario, non è impresa titanica nemmeno per una PMI ma è un approccio obbligato se si vuole essere "adeguati".
dott. Stefano Chiodi