USURA BANCARIA Omogeneità del calcolo, tra logica ed incongruenze

Sovente, quando si tratta di discutere sul criterio di calcolo dei Tassi Effettivi Globali (T.E.G.), ai fini della verifica dell’usurarietà dei rapporti bancari, dottrina e giurisprudenza si confrontano sul valore, quale fonte di diritto, delle Istruzioni emanate dalla Banca D’Italia.

A favore della tesi che le vede assurgere a criterio inderogabile di calcolo, c’è anche l’argomentazione, di ordine tecnico e logico, secondo la quale l’adozione delle Istruzioni di Banca D’Italia corrisponde alla necessità di operare un confronto tra dati omogenei: quest’ultima tesi, accolta anche da parte di giurisprudenza e dottrina, costituisce, ancor più di frequente, argomentazione di innumerevoli Consulenti Tecnici d’Ufficio.

Lungi dal volere esprimere una valutazione in “punta di diritto” (mutuando l’indebita ingerenza perpetrata ripetutamente da numerosissimi tecnici nell’esercizio della loro funzione) mi limiterò ad esprimere un’opinione riguardo la tenuta “logica” della presunta omogeneità.

LA LOGICA

In termini matematici, l’esigenza di operare un confronto tra dati omogenei ed omogeneamente trattati, appare indiscutibile.

Se tale principio, in materia d’usura, soffre di pesantissimi limiti dipende da come il nostro Istituto Centrale ha ritenuto di rilevare i Tassi Effettivi Globali Medi, dai quali discendono le soglia d’usura.

Vediamo, quindi, alla luce dei criteri adottati e delle aggregazioni operate nella creazione delle “categorie omogenee” di finanziamento, se l’omogeneità del dato di partenza (le soglie) regge e se quindi sia realmente possibile, con l’adozione delle suddette Istruzioni,  garantire omogeneità del confronto: se tale ipotesi metodologica dovesse risultare compromessa all’origine, verrebbe meno il prosieguo del ragionamento e la validità delle sue argomentazioni a favore della discussa adozione delle Istruzioni.

IL METODO

Vediamo qui nel seguito di analizzare le casistiche più importanti.

  • Mutui chirografari

Sull’argomento ho già avuto modo di scrivere. Aggregati prima nella categoria “Anticipi e sconti commerciali” e poi nella categoria “Altri finanziamenti alle imprese ed alle famiglie” non si vede come si possa asserire che regga il concetto di omogeneità quando le stesse aggregazioni (eterogenee) sono una contraddizione a tale principio.

Il fatto poi che non si tenga conto della circostanza per la quale, molto frequentemente, sono assistiti da garanzie di Consorzi/Enti a ciò preposti, costituisce altro assurdo limite.

  • Leasing

Inizialmente non si distingueva tra leasing strumentale, “targato” ed immobiliare. Tanto meno si distingueva tra tasso fisso variabile.

  • Aperture di credito in conto corrente

Il c.d. “gioco delle valute” di per sé produce basi di calcolo (numeri debitori) sostanzialmente differenti al fine di calcolare il “costo effettivo del credito”a seconda delle condizioni accordate al correntista e dell’operatività del conto.

Nelle Istruzioni ante 2009 la formula realizzava un obbrobrio matematico sommando un tasso annuale (primo addendo) con un tasso trimestrale (secondo addendo): la stessa valenza logica che sarebbe ottenibile sommando i chilogrammi con i litri!

  • Anticipi e sconti commerciali

Vale quanto detto per le aperture di credito in conto corrente.

  • Mutui ipotecari

Inizialmente non si distingueva tra tasso fisso e tasso variabile e, a tutt’oggi, non distingue tra tipologie di immobili (prima-casa e capannone industriale non scontano il medesimo trattamento in termini di tasso).

A queste evoluzioni delle categorie omogenee, del metodo di calcolo, all’inclusione o meno di alcune poste rilevanti (per una corretta e compiuta quantificazione del costo effettivo del credito), si aggiunge la mancata rilevazione per tipologie di finanziamento non certo marginali: mutui a stato avanzamento lavori, fidi ipotecari ed altri ancora.

In conclusione, è parere dello scrivente che l’inderogabilità delle Istruzioni di Banca D’Italia possa essere trattato (da chi di competenza) in termini di diritto: diversamente si adduce all’omogeneità quale sostegno di una tesi tecnicamente fallace all’origine.